Come creare musica con Intelligenza Artificiale – 3 super Tool del 2024

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Contenuto 100% umano

Per la stesura di questo articolo, non abbiamo utilizzato nessuno strumento di intelligenza artificiale. Ricerca, scrittura, e infine revisione sono avvenute in modo 100% manuale, per garantire accuratezza di informazione.

Vuoi davvero sapere come creare musica con intelligenza artificiale nel 2024? Se così fosse, hai appena trovato la guida in italiano più completa di tutte.

Infatti, non leggerai solo la classica rassegna dei vari Tool AI disponibili, ma anche tutta una serie di preziose informazioni che faranno la differenza.

Insomma, vuoi davvero “sfornare” brani “anonimi”, privi di personalità, sperando nella “svolta”, oppure vuoi costruirti una solida carriera nella musica?

In tal caso, avrai tutte le informazioni per procedere nel modo corretto. Quindi, bando alle ciance e iniziamo subito.

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Come creare Musica con Intelligenza Artificiale: premesse

Certamente, l’Intelligenza Artificiale che oggi abbiamo a disposizione è in grado di fare cose che, fino a pochi anni fa, erano pura fantascienza.

Tuttavia, ne rimane una che non è ancora – e non sarà mai – in grado di fare, ossia emulare la creatività umana.

Infatti, sarebbe più corretto parlare di “Machine Learning, ovvero un sistema in grado di generare una grande mole di risultati, a partire da pochi e semplici input.

In sostanza, possiamo dire che gli attuali tool di AI altro non sono che dei “mega calcolatori”, pertanto è sempre questione di quali comandi vengono impartiti.

Detto ciò, quando parliamo di come creare musica con intelligenza artificiale, dobbiamo aver ben chiaro che non si può “delegare in toto” l’intera attività di composizione e arrangiamento.

Quindi, in parole povere, no! Non diventerai un bravo cantante e/o musicista per il solo fatto di avere a disposizione un buon strumento AI.

Di conseguenza, se vuoi far musica, come prima cosa devi studiarla!

Come creare Musica con Intelligenza Artificiale: il metodo dei professionisti

Prima di affidarti all’Intelligenza Artificiale, se vuoi fare musica di qualità, allora devi prima fare quanto segue:

  1. Studia la teoria musicale
  2. Ripassa le progressioni di accordi più importanti
  3. Impara ad usare i software di editing
  4. Copia senza copiare

Purtroppo, al giorno d’oggi molte persone hanno idee piuttosto distorte in merito alla realtà che le circonda.

Infatti, c’è la convinzione che, per diventare un musicista, non sia necessario studiare tale disciplina. Insomma, basta svegliarsi la mattina e semplicemente “sentirsi un musicista”.

Siamo spiacenti di deluderti, ma non è così. Ti faresti mai operare da un medico senza laurea, senza esperienza, ma solo perché “si sente medico”? Certo che no!

La stessa cosa vale per l’arte: perché mai qualcuno dovrebbe comprare della musica di scarsissima qualità che non può nemmeno essere definita musica?

Nessuno lo farebbe, se non i milioni di giovani – privi di qualsivoglia cultura musicale e affetti da analfabetismo funzionale – che considerano la “trap” un’arte.

Insomma, un genere in cui, per cantare non serve saperlo fare, visto che ci pensa “auto-Tune” a correggere le “stecche”.

Arrivati a questo punto, se hai fretta e il tuo intento è solo quello di “sfornare” brani a più non posso, allora salta le sezioni a seguire e vai dritto a quella in cui parliamo di come creare musica con intelligenza artificiale grazie ai 3 migliori tool del mercato.

Invece, se vuoi fare le cose fatte bene, procediamo con i seguenti step.

1. Studia la teoria musicale

Prima di vedere come creare musica con intelligenza artificiale devi conoscere la materia, ossia i principali aspetti che riguardano la teoria:

  1. Il pentagramma e le notazioni musicali
  2. Intervalli tra le note
  3. Accordi e relativa nomenclatura

C’è poco da dire a riguardo, se vuoi fare musica, devi prima conoscerla.

Solo così otterrai quel “know how” in grado di farti comporre brani originali, di alta qualità e che, molto probabilmente, verranno apprezzati sia dal pubblico, che dalla critica.

Senza contare il fatto che conoscere la teoria musicale, oltre a farti risparmiare un sacco di tempo nell’attività di “composizione tradizionale”, ti permette pure di sfruttare al meglio i 3 tool AI di cui parleremo nella seconda parte di questa guida.

Se hai mai usato degli strumenti simili (anche in altri ambiti rispetto alla musica), sai benissimo che è fondamentale sapere impartire i comandi, affinché ci possa essere l’elaborazione dei dati.

Quindi, come potresti impartire dei comandi musicali senza conoscere la musica? Esatto, sarebbe impossibile.

1.1 Il pentagramma e le notazioni musicali

come-creare-musica-con-intelligenza-artificiale-pentagramma

Lasciando momentaneamente da parte il come creare musica con intelligenza artificiale, iniziamo a parlare di teoria.

In tal senso, la prima cosa che devi fare è proprio quella di studiare il pentagramma e le rispettive notazioni musicali.

Considera tutto questo come una sorta di “ABC” della musica, proprio come è capitato con la scrittura quando andavamo alle suole elementari.
È vero, ci sono fior fior di musicisti che, pur non conoscendo la teoria musicale, hanno fatto la storia.

Ad esempio, Slash dei Guns N’ Roses ed Eddie Van Halen nemmeno sapevano leggere lo spartito, eppure sono considerati dei “Guitar Hero” a livello mondiale, siglando numerosi brani entrati nella storia.

Loro, però, erano dei puri talenti e che, al tempo stesso, passavano ogni giorno (dalle 8 alle 12 ore circa) ad esercitarsi con il proprio strumento.

Hai lo stesso loro talento e possibilità di passare così tanto tempo per la pratica?

Se la risposta è “no”, questo è un motivo in più per mettersi d’impegno con lo studio della teoria musicale.

come-creare-musica-con-intelligenza-artificiale-notazioni-musicali
Fonte immagine: Wikipedia.org

1.2 Intervalli tra le note

A proposito di come creare musica con intelligenza artificiale al pari di un professionista, il prossimo argomento di teoria musicale che devi avere ben chiaro sono proprio gli intervalli, ossia la “distanza tra le note”.

Nella musica occidentale l’intervallo più corto è di un semitono (ad esempio, tra Do e Do#) e le complessive 12 note vengono così suddivise:

Numero NotaNaturaliAlterate
1Do
2Do#/Re♭
3Re
4Re#/Mi♭
5Mi
6Fa
7Fa#/Sol♭
8Sol
9Sol#/La♭
10La
11La#/Si♭
12Si
#: Diesis (alterazione eccedente)
♭: Bemolle (alterazione calante)

E ancora, per comprendere meglio la differenza tra i 2 gruppi sopra elencati, pensa ai tasti del pianoforte.

Quelli bianchi corrispondono alle note naturali, mentre i neri corrispondono a quelle alterate.

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Si tratta di un concetto “chiave” nel mondo della musica, dal momento che gli accordi – di cui parleremo nel prossimo sotto-paragrafo – vengono “costruiti” proprio tenendo conto di “distanze” ben precise.

Tra l’altro, questo aspetto è molto importante soprattutto per i cantanti, dal momento che ognuno ha la propria peculiare estensione vocale.

Inoltre, conoscere gli intervalli – ovvero la distanza tra le note – permette a questi ultimi di evitare le “stonature” che, a tutti gli effetti, sono il risultato di un intervallo sbagliato.

Chiaramente, è un aspetto che anche i musicisti devono conoscere, visto che la scelta di una distanza, piuttosto che di un’altra, può persino “stravolgere” il senso musicale di un determinato brano.

1.3 Accordi e relativa nomenclatura

Restando sempre in tema di come creare musica con Intelligenza Artificiale senza sfociare nel banale più assoluto, parliamo ora degli accordi e della relativa nomenclatura.

Anche in questo caso, trattasi di concetti chiave che qualunque musicista deve conoscere.

Ciò, anche nel caso decidessi di avvalerti dei tool di cui parleremo a breve.

Se vuoi che questi “compongano” qualcosa, dovrai impartir loro dei comandi, giusto?

Beh, in tal caso considera pure gli accordi come le “parole” che compongono il brano, mentre ogni nota è una singola lettera.

Detto ciò, con il termine “accordo” si intendono 3 o più note suonate contemporaneamente e quelli basilari sono costituiti dalla prima, dalla terza e dalla quinta nota della scala.

Quindi, facendo un esempio con la tonalità di DO, di cui la scala di riferimento è quella che tutti conoscono:

NotaGrado della Scala
DoI (Primo)
REII (Secondo)
MIIII (Terzo)
FAIV (Quarto)
SOLV (Quinto)
LAVI (Sesto)
SIVII (Settimo)
La tonalità maggiore di DO è l’unica che non contiene note alterate, al pari della sua relativa minore LA

il relativo accordo (maggiore) è costituito dal combinato del I (primo), del III (terzo) e del V (quinto) grado, ovvero:

  • DO
  • MI
  • SOL

Puoi “costruire” accordi maggiori a partire da qualsiasi delle 12 note (naturali e alterate), basta mantenere gli stessi intervalli, che sono:

  • 2 toni (4 semitoni) di distanza tra il DO e il MI;
  • 1 tono e 1/2 (3 semitoni) di distanza tra il MI e il SOL;

Oltre a quelli maggiori, gli accordi possono essere:

  • minori:
    • 1 tono e mezzo – 3 semitoni tra I(primo) e III (terzo) grado della scala;
    • 2 toni – 4 semitoni tra III (terzo) e V(quinto) grado della scala;
  • eccedenti:
    • 2 toni – 4 semitoni tra I(primo) e III (terzo) grado della scala;
    • 2 toni – 4 semitoni tra III (terzo) e V(quinto) grado della scala;
  • diminuiti:
    • 1 tono e mezzo – 3 semitoni tra I(primo) e III (terzo) grado della scala;
    • 1 tono e mezzo – 3 semitoni tra III (terzo) e V(quinto) grado della scala;
  • sospesi [“sospensione” del III(terzo) grado]:
    • “Di IV(quarta)”:
      • 2 toni e mezzo – 5 semitoni tra il I(primo) e il IV(quarto) della scala [viene “sospeso” il III(terzo) grado];
      • 1 tono – 2 semitoni tra il IV(quarto) e il V(quinto) grado della scala [il III(terzo) rimane sempre “sospeso”];
    • “Di II(seconda)”:
      • 1 tono – 2 semitoni tra il I(primo) e il II(secondo) della scala [viene “sospeso” il III(terzo) grado];
      • 2 toni e mezzo – 5 semitoni tra il II(secondo) e il V(quinto) grado della scala [il III(terzo) rimane sempre “sospeso”];

Ovviamente, ne esistono anche di più complessi, come quelli di settimana e di nona, molto utilizzati nel Jazz.

A proposito, se decidi di utilizzare i software AI, è bene studiarsi anche la nomenclatura anglosassone, visto che, con ogni probabilità, non sono stati certo sviluppati in Italia.
Quindi, ecco la consueta tabella riassuntiva:

Note e Accordi (nomenclatura italiana)Note e Accordi (nomenclatura anglosassone)
DOC
DO# (diesis)/RE♭ (bemolle)C# (sharp)/D♭ (flat)
RED
RE# (diesis)/MI♭ (bemolle)D# (sharp)/E♭ (flat)
MIE
FAF
FA# (diesis)/SOL♭ (bemolle)F# (sharp)/G♭ (flat)
SOLG
SOL# (diesis)/LA♭ (bemolle)G# (sharp)/A♭ (flat)
LAA
LA# (diesis)/SI♭ (bemolle)A# (sharp)/B♭ (flat)
SIB

2. Ripassa le progressioni di accordi più importanti

Anche se hai poca esperienza, avrai certo compreso che, una canzone, altro non è che una progressione di accordi.

Quelle più utilizzate sono:

  1. Progressioni di quinta
  2. Circolo delle quinte

Anche se questi argomenti sembrano c’entrare poco con il come creare musica con intelligenza artificiale, in realtà sono strettamente correlati.

Il punto chiave è il seguente.

Se conosci bene le principali progressioni di accordi, avrai anche più chiaro che comandi impartire al tool affinché ne possa creare di nuovi ed originali.

Infatti, uno dei problemi più comuni che si riscontrano quando si utilizzano tali strumenti è proprio questo, ossia il fatto di assomigliare troppo a pezzi già registrati.

Per farla breve, un conto è “lasciare carta bianca” al tool ma, ben altro, è impartire comandi mirati, partendo già da una buona base teorica.

Detto ciò, ecco dei brevi approfondimenti in merito alle principali progressioni di accordi più utilizzate

2.1 Progressioni di quinta

A seconda del genere musicale, quale:

  • Pop
  • Jazz
  • Blues

vengono impiegate diverse progressioni musicali. Solitamente, queste vengono indicate con i numeri romani.

Si utilizzano quelli maiuscoli per indicare gli accordi maggiori, mentre quelli minuscoli per i minori.

Ad esempio, rimaniamo sempre nella tonalità di DO.

Con il numero “I” si indica proprio il DO maggiore, ovvero il primo accordo a partire dalla prima nota della scala.

Invece, con questo numero “i” si indica il DO minore.

Chiariti anche questi concetti base, vediamo subito le progressioni di accordi più utilizzate nei generi musicali di maggior interesse.

2.1.1 Pop

Per quanto riguarda la così detta musica “Pop”, le principali progressioni di accordi utilizzate in tale ambito sono:

I-vi-IV-V

Se “traduciamo” tali nomenclature, avremmo 4 accordi: primo maggiore, sesto minore, quarto maggiore e quinto maggiore.

Prendiamo sempre la nostra tonalità di DO come riferimento.

Abbiamo, quindi:

  • DO Maggiore
  • La minore
  • FA maggiore
  • SOL maggiore.

Ovviamente, si può trasporre la progressione in qualsiasi altra tonalità, salvo lasciando invariati gli intervalli.

Detto ciò, si tratta, senza dubbio, di una delle progressioni più utilizzate.

Sono davvero tante le canzoni famose che l’hanno sfruttata.

Infatti, possiamo citare: “Stand By Me” di Ben E. King, la strofa di “Every Breath You Take” dei Police, “Perfect” di Ed Sheeran e “Unchained Melody” dei Righteous Brothers (divenuta famosa come colonna sonora del film “Ghost”).

Abbiamo anche tante canzoni italiane composte con la progressione I-vi-IV-V, come, ad esempio, “Il Gatto e la Volpe” di Edoardo Bennato, “Felicità” del duo Al Bano-Romina Power, “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri e moltissime altre ancora.

I-V-iv-IV

Questa, invece, viene “tradotta” così: primo maggiore, quinto maggiore, sesto minore e quarto maggiore.

Facciamo, dunque, il solito esempio con la tonalità di DO.

In questo caso gli accordi sono:

  • DO maggiore
  • SOL maggiore
  • La minore
  • FA maggiore

In altre parole, è quella progressione di accordi utilizzata per comporre dei capolavori come “Let It Be” dei Beatles, “No Woman No Cry” di Bob Marley, “Under the Bridge” dei Red Hot Chili Peppers e “With or Without You” degli U2.

Nel caso ti stessi chiedendo perché facciamo questi esempi quando parliamo di come creare musica con intelligenza artificiale, sappi che il motivo è proprio questo, ossia darti delle solide “basi” con cui strutturare dei comandi efficaci.

Questo, per ottenere dei brani davvero “freschi” ed originali.

Insomma, un conto è “chiedere” al tool AI di “creare una progressione orecchiabile”, ma ben altro, è “chiedere” di modificare in modo “chirurgico” un determinato giro già considerato “efficace”, musicalmente parlando.

2.1.2 Jazz

Nel caso volessi cimentarti in un genere più complesso come il Jazz, le progressioni di accordi più utilizzate il tale ambito sono:

ii-V-I

Tra gli elementi caratteristici del Jazz troviamo le dissonanze, ossia della “tensione” prodotta da una distanza tra 2 note piuttosto ravvicinate.

Per ottenere quest’ultima, si aggiunge la settimana all’accordo composto dalle 3 note fondamenti, ovvero la prima, la terza e la quinta.

Quindi, sarebbe più corretto esprimere la nomenclatura in questo modo: ii7-V-Imaj7.

Realizziamo il nostro consueto esempio con la tonalità di DO.

Si ha, dunque:

  • Re min7
  • SOL 7
  • DO maj7

In poche parole, è il fondamento di questo genere musicale, quindi è davvero importante saperlo padroneggiare al meglio.

Questo, anche quando parliamo di come creare musica con intelligenza artificiale. Infatti, potresti chiedere al software di elaborare un ii-V-I in un certo modo, piuttosto che un altro.

V-V-I

Con questa progressione alziamo nettamente il livello di composizione.

Infatti, si tratta del giro quinta, quinta e prima.

Fino ad ora, abbiamo preso in considerazione quelle progressioni che includono solo accordi relativi ad una determinata tonalità.

Per rendere la composizione più interessante, però, è possibile inserire accordi che non appartengono a quest’ultima. Accordi che, quindi, risulterebbero “stonati”, nel senso etimologico della parola.

Tuttavia, ci sono delle tecniche che permettono di inserire questi accordi e di ottenere un risultato che viene percepito gradevole e stimolante dall’orecchio umano.

Una delle più note, consiste proprio nell’inserire la “quinta della quinta” prima della risoluzione finale sul primo accordo.

Semplificando il tutto con il solito esempio in DO, abbiamo:

  • RE maggiore
  • SOL maggiore
  • DO maggiore,

ma anche:

  • RE maj7
  • SOL 7
  • DO maj7

se vogliamo includere le settime.

Ecco, in tal caso il RE maggiore non fa parte della tonalità di DO maggiore (sarebbe il Re minore).

In questo modo, però, viene percepito come gradevole dal nostro orecchio.

Jazz a parte, invertendo gli accordi, quindi SOL maggiore, RE maggiore e DO maggiore, ottieni la progressione impiegata per comporre due delle più belle canzoni di sempre, ovvero “Sweet Home Alabama” dei Lynyrd Skynyrd e “Knockin’ On Heaven’s Door” di Bob Dylan, poi “coverizzata” persino dai Guns N’ Roses.

2.1.3 Blues

Infine, sempre a proposito di come creare musica con intelligenza artificiale senza sfociare nella banalità più assoluta, diamo anche uno sguardo alle progressioni accordi impiegate nel Blues:

I-IV-V

Salvo alcune variazioni, il Blues si contraddistingue per avere proprio sempre lo stesso giro di accordi.

Inoltre, al pari del Jazz, anche questo genere è caratterizzato dalla dissonanza che si ottiene aggiungendo proprio la settima agli accordi composti di sole 3 note (prima, terza e quinta).

Sempre restando in tonalità di DO, abbiamo, quindi:

  • DO 7
  • FA 7
  • SOL7

In linea generale, sono proprio le tonalità maggiori ad essere maggiormente impiegate nel Blues.

Inoltre, sempre con le tonalità maggiori, aumentando la velocità del brano si ottiene automaticamente il Rock n Roll dei primi anni ’50, molto spesso ritenuto un “furto” dei “bianchi”, ai danni dei “neri” (mentre le star del Rock n Roll come Elvis guadagnavano milioni di dollari, i Bluesmen lavoravano ancora nelle piantagioni di cotone).

i-iv-v

Si tratta della stessa identica progressione, salvo, però, essere in tonalità minore.

Diciamo che, di tutto il Blues mai composto su questo pianeta, il 60% delle canzoni circa è realizzato in tonalità maggiori, mentre il 40% in quelle minori.

Di conseguenza, abbiamo:

  • Do 7 minore
  • Fa 7 minore
  • Sol 7 minore

A tal proposito, uno dei brani Blues più famosi composti con tonalità minore sono “Thrill is Gone” di B.B. King, ma anche l’intro di “Shine On You Crazy Diamond” dei Pink Floyd, su cui il chitarrista David Gilmour esegue l’iconico assolo.

2.2 Circolo delle Quinte

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Fonte immagine: Wikipedia.org

Prima di capire come creare musica con intelligenza artificiale, è essenziale che tu abbia chiaro cosa siano le progressioni di accordi, in pratica il “tappeto musicale” su cui poi viene sviluppata la melodia cantata e/o eseguita da uno strumento solista.

Non solo, è fondamentale che tu abbia capito anche come sfruttarli e come crearli, nel caso volessi realizzare qualcosa di davvero originale.

A tal proposito, un ottimo sistema è quello di sfruttare il così detto “Circolo delle Quinte”, cioè una rappresentazione grafica in cui sono presenti tutte le 12 tonalità (7 naturali e 5 alterate), proprio come quella che vedi qui sopra, all’inizio del paragrafo.

Sebbene ci sia tanto da dire a riguardo, molti musicisti si creano le loro progressioni partendo da un qualsiasi accordo e “provando” a suonare in successione quelli più ravvicinati a livello grafico.

Ad esempio, questo metodo è molto usato da John Frusciante, storico chitarrista (nonché autore dei più grandi successi) dei Red Hot Chili Peppers.

Giusto per citare qualche brano famoso, la canzone “Scar Tissue” contenuta nell’album “Californication” del 1999 è composta di soli 3 accordi:

  • FA maggiore
  • Re minore
  • DO maggiore.

Come vedi tu stesso, sono tutti piuttosto “vicini” all’interno del “Circolo delle Quinte”.

3. Impara ad usare i software di editing

E’ vero, quando tra poco ti spiegheremo come creare musica con intelligenza artificiale, vedrai tu stesso che i migliori programmi in circolazione fanno tutto da soli, o quasi.

Tuttavia, è comunque bene sapere usare – anche solo un minimo – i software di editing musicale.

Ciò, essenzialmente, per 2 motivi:

  • Rifinire eventuali “sbavature”: a volte capita che i tool AI forniscano dei risulti sì ottimi, ma non perfetti. Questo, poi, vale per qualsiasi altra nicchia (scrittura, grafica, programmazione ecc.), non solo quella musicale. In questi casi, quindi, puoi sistemare tranquillamente questi dettagli con un buon software di editing, senza dover impartire dei nuovi comandi al tool AI.
  • Originalità: saper usare dei software di editing musicale ti da modo di aggiungere quel tocco di creatività umana che i tool AI non sono in grado di dare. Per quanto performanti possano essere, ad un certo punto i risultati generati finirebbero con l’assomigliarsi. Quindi, grazie al software di editing, puoi aggiungere in modo facile e veloce un effetto, un filtro, piuttosto che una sovra-incisione e, quindi, rendere il brano ancora più originale e interessante.

4. Copia senza copiare

Prima di andare dritti alla sezione della guida in cui ti spieghiamo come creare musica con intelligenza artificiale grazie ai migliori tool del 2024, permettici di darti l’ultimo prezioso consiglio.

Sebbene la tecnica del “copiare senza copiare” sia utilizzata da secoli, in realtà può essere impiegata con successo anche con gli strumenti AI.

Di cosa si tratta veramente? In soldoni, al giorno d’oggi le produzioni artistiche sono coperte dal copyright fino al settantesimo anno successivo alla morte di chi ne detiene i diritti d’autore.

Molto semplicemente, se “Tizio” ha scritto un brano ed è morto da più di 70 anni, allora su quel brano diventa libero.

A tal proposito, se c’è una categoria da cui si può prendere liberamente ispirazione, è proprio la musica da camera (quella comunemente detta “musica classica).

Chi è appassionato di Hard Rock e Metal sa benissimo che sono davvero tanti i gruppi e, soprattutto, i chitarristi che si sono ispirati ai grandi musicisti del passato.

Non mancano, però, gli esempi in ambiti più tranquilli.

La canzone “A Whiter Shade Of Pale” dei Procol Harum – successone mondiale a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 – stato composto proprio sul giro di basso della celeberrima “Aria sulla quarta corda” di J. S. Bach (la stessa impiegata come sigla d’apertura del programma RAI “Super Quark”, giusto per intenderci).

Come creare Musica con Intelligenza Artificiale: 3 super Tool del 2024

I migliori Tool AI del 2024 per la creazione di musica sono:

  1. Musicfy
  2. Beatoven
  3. Soundraw

Finalmente, eccoci giunti nella sezione in cui ti spieghiamo come creare musica con l”intelligenza artificiale grazie ai migliori tool AI disponibili nel 2024.

Ci abbiamo messo un po’ perché, come leggerai tu stesso, la qualità dei risultati che danno è direttamente proporzionale a quella dei comandi impartiti.

In parole povere, non puoi pretendere di realizzare musica con tali software se non sai come comunicare con loro.

Anzi, magari qualcosa la riesci pure a fare, ma non sarebbe certo di qualità eccelsa.

Giusto per farti capire il concetto forte e chiaro, oggigiorno la AI è usata anche per realizzare gli articoli ottimizzati SEO (Search Engine Optimization) per blog e siti internet.

Capisci bene che, se chi impartisce i comandi non sa nulla di SEO, difficilmente i risultati dei tool saranno soddisfacenti.

Ecco, lo stesso vale per la musica.

È proprio per questo motivo che abbiamo iniziato la guida fornendoti i consigli base grazie a cui acquisire un minimo di conoscenze tecnico-musicali.

Detto ciò, vediamo subito nel dettaglio i migliori Tool AI del 2024.

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1. Musicfy

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Iniziamo questa seconda parte della guida dedicata a come creare musica con intelligenza artificiale parlando di Musicfy.

Si tratta di un così detto servizio “SaaS”, ovvero “Software-as-a-Service”.

Molto semplicemente, si tratta di un programma che sfrutta la tecnologia cloud.

Questo, evita all’utente finale di dover scaricare il client sul proprio dispositivo.

In altre parole, per usare Musicfy non devi fare altro che connetterti al sito, effettuare il login e “metterti ai comandi” del Tool AI.

A tal proposito, l’interfaccia è piuttosto semplice da utilizzare, anche se ci teniamo ad avvisarti che è disponibile solo in inglese.

Detto ciò, uno dei punti di forza di Musicfy è, senza dubbio, la possibilità di provarlo gratis, senza dover, per forza di cose, registrare la carta di credito.

Infatti, i dati di quest’ultima vengono richiesi solo in fase di effettiva sottoscrizione.

Per quanto riguarda i costi, puoi scegliere tra 3 pacchetti:

  • Starter: a partire da 9 $ al mese (95,99 $ con fatturazione annuale)
  • Professional: a partire da 25 $ al mese (239,99 $ con fatturazione annuale)
  • Studio: a partire da 70 $ al mese (671,99 $ con fatturazione annuale)

1.1 Cosa puoi fare con Musicfy

Sempre in relazione a come creare musica con intelligenza artificiale, il tool Musicfy ti permette di lavorare indistintamente sia sulle parti strumentali, che cantate.

Quindi, nello specifico, ecco che puoi:

  • Generare le voci: con Musicfy puoi far “cantare” le tue canzoni dalle voci che preferisci. Puoi scegliere quelle campionate da personaggi famosi, così come crearne una tua originale.
  • Trasformare le parole in testo: hai buttato giù dei pezzi ma non hai ancora ben chiaro come trasformarli in canzoni vere e proprie? Nessun problema, Musicfy è anche in grado di ottimizzare qualsiasi testo, in modo che “calzi a pennello” con la base e con il genere musicale in questione.
  • Sfruttare una vastissima libreria musicale: il Tool in oggetto è perfetto tanto per gli esperti, quanto per i principianti, data la fornitissima libreria da cui puoi prendere in prestito tutti i frammenti che vuoi.
  • Isolare ogni singola traccia: fino a poco tempo fa, questa era un’operazione molto complessa che richiedeva esperienza e software di editing audio professionale. Con Musicfy, invece, è questione di pochi istanti.

1.2 Pro e Contro di Musicfy

Pro
  • Possibilità di provare il Tool gratuitamente senza dover registrare la carta di credito;
  • Garanzia “Soddisfatti o Rimborsati” per problemi tecnici;
  • Facile da usare;
  • Con un solo tool puoi fare tantissime cose, dalla generazione delle voci e dell’accompagnamento, fino all’isolamento di ogni singola traccia;
  • Rapporto qualità/prezzo davvero interessante;
  • Adatto sia ai più esperti, che ai neofiti;
Contro
  • Interfaccia disponibile solo in inglese;
  • Poco indicato per chi fa musica strumentale;
  • Alcuni risultati possono aver bisogno di ulteriori elaborazioni/ritocchi;
Musicfy
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Voto: 9.5 / 10
  • Particolarmente indicato per i cantanti;
  • Il suo utilizzo non prevede il download di app o client;
  • Garanzia “Soddisfatto o Rimborsato” per problemi tecnici;

2. Beatoven

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Continuiamo a parlare di come creare musica con intelligenza artificiale passando in esame Beatoven, la cui denominazione è chiaramente ispirata al cognome del celeberrimo compositore tedesco.

Ad ogni modo, anche questo è un Tool “SaaS”, ovvero puoi utilizzare Beatoven direttamente online, senza necessità di scaricare alcun ché.

Per certi versi, il suo funzionamento non si discosta molto da quello di Musicfy, salvo essere ancora più versatile.

Insomma, Beatoven è sì ottimo per musicisti e cantanti, ma, al tempo stesso, è ideale anche per chi registra i Podcast.

Quindi, in definitiva, si tratta di un tool particolarmente indicato per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, lavorano con i file audio.

Non solo, è sempre più utilizzato anche da coloro che realizzano gli audio-book, visto che un buon sottofondo musicale rende l’ascolto del testo molto più avvincente ed interessante.

Infine, sebbene tu possa provare Beatoven gratis, puoi scegliere tra diversi piani in abbonamento:

Subscription: optando per tale pacchetto, l’utente ha libero accesso a tutte le funzionalità del Tool e può scaricare una determinata quantità di minuti al mese. Per essere più precisi, puoi eseguire il download di:

  • 15 minuti: 6 $ al mese;
  • 30 minuti: 10 $ al mese;
  • 60 minuti: 20 $ al mese;
  • Buy Minutes: al contrario, se scegli questo pacchetto paghi in base ai minuti effettivi che vuoi scaricare. Si parte da un minimo di 3 $ per un minuto, fino ad arrivare a 15 minuti, per 45 $.

2.1 Cosa puoi fare con Beatoven

Come appena anticipato, Beatoven è un AI Tool decisamente versatile, dal momento che è perfetto sia per cantanti/musicisti, ma anche per Podcaster e autori di Audio-book.

In relazione alle features di Beatoven, dunque, abbiamo:

  • Equalizzatore dinamico: un file audio (poco importa se della musica, piuttosto che un podcast e via dicendo) è gradevole solo quando risulta equilibrato. Grazie a questa funzionalità, quindi, puoi tenere sotto controllo tutti gli aspetti relativi al volume e alla saturazione.
  • Atmosfera: hai appena composto il tuo brano ma pensi ci sia ancora qualcosa da sistemare? Beh, in alcuni casi è tutta questione di atmosfera. Di conseguenza, non devi fare altro che “dire” a Beatoven quale vorresti e attendere che vanga creata e incorporata nel brano.
  • Navigazione timeline: molto semplicemente, si tratta dell’interfaccia grafica che ti permette di lavorare senza, però, dover digitare i comandi sulla tastiera. Feature molto apprezzata da chi è ancora agli inizi con questo genere di cose.

2.2 Pro e Contro di Beatoven

Pro
  • Registrazione gratuita;
  • Disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7;
  • Interfaccia intuitiva molto semplice da utilizzare;
  • Ottima versatilità perché può essere usato anche per Podcast, video commerciali e altro ancora;
  • Il suo Equalizzatore fornisce elaborazioni di livello professionale;
  • La versione gratis offre le stesse funzionalità di quelle a pagamento;
Contro
  • Nessuna garanzia “Soddisfatto o Rimborsato”;
  • La versione gratis non permette i download;
  • Interfaccia e supporto sono disponibili solo in inglese;
Beatoven
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Voto: 9.2 / 10
  • Facilissimo da usare, grazie alla navigazione “Timeline”;
  • Registrazione e prova gratuita con tutte le funzionalità disponibili;
  • Versatile e adatto in tutti gli ambiti che prevedono l’utilizzo di file audio (Podcast compresi);

3. Soundraw

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Infine, chiudiamo questa seconda parte della nostra guida dedicata a come creare musica con intelligenza artificiale parlando di Soundraw.

Ovviamente, anche questa volta ci troviamo di fronte ad un prodotto “SaaS”, quindi, al pari degli altri 2, estremamente comodo da utilizzare, anche da coloro che hanno dei device poco performanti.

A scanso di equivoci, anche l’interfaccia di Soundraw è in inglese, quindi, almeno qualche parola la devi conoscere.

Comunque sia, tra i punti di forza troviamo il suo essere molto versatile, permettendo agli utenti di personalizzare – quasi all’infinito – i risultati elaborati dal Tool AI stesso.

Inoltre, riscontriamo una buona dose di versatilità, dal momento che Soundraw è un ottimo strumento sia per i musicisti/cantanti, che per i videomaker.

A proposito, offre un’interessante funzionalità che consente di mixare audio e video in pochi e semplici passaggi.

Per quanto riguarda i costi di abbonamento, puoi provare Soundraw gratis, oppure scegliere tra i seguenti pacchetti:

  • Creator: a partire da 16,99 $ al mese;
  • Artist Starter: a partire da 29,99 $ al mese;
  • Artist Pro: a partire da 35,99 $ al mese;
  • Artist Unlimited: a partire da 49,99 $ al mese;

3.1 Cosa puoi fare con Soundraw

Terminiamo definitivamente la parte della guida su come creare musica con intelligenza artificiale parlando delle principali funzionalità di Soundraw.

Sicuramente, avrai già capito che uno dei suoi grandi vantaggi è proprio la versatilità.

Ecco, quindi, che con Soundraw puoi:

  • Comporre musica di ogni tipo: brani musicali, ma anche sottofondi per video, podcast e presentazioni commerciali.
  • Personalizzazione: se i risultati generati dal Tool AI soddisfano le tue aspettative, allora usa pure il file ottenuto come meglio credi. In caso contrario, avrai a disposizione diversi comandi con cui personalizzare ulteriormente le tue creazioni.
  • Generare file illimitatamente: con la sottoscrizione di un piano in abbonamento puoi far ottenere tutte le elaborazioni che vuoi, senza limiti di tempo o di “peso” del file.

3.2 Pro e Contro di Soundraw

Pro
  • Miglior rapporto “Qualità/Prezzo” di sempre;
  • Possibilità di prova gratuita;
  • Garanzia “Soddisfatto o Rimborsato” per problemi tecnici;
  • Permette di comporre grazie alla funzione “Drag and Drop”;
  • Libreria estremamente fornita e che spazia tra tutti i generi musicali possibili;
  • Piuttosto versatile e utilizzabile in vari ambiti;
Contro
  • Interfaccia e assistenza disponibili solo in inglese;
  • Poco adatto ai più esperti;
  • La versione gratuita presenta forti limitazioni;
Soundraw
come-creare-musica-con-intelligenza-artificiale-soundraw
Voto: 8.9 / 10
  • Garanzia “Soddisfatto o Rimborsato” per problemi tecnici;
  • Ottima usabilità grazie al “Drag and Drop”;
  • Dispone di una delle librerie più fornite;

Conclusioni sul come creare Musica con Intelligenza Artificiale

  • Nell’ultimo periodo abbiamo assistito ad un vero e proprio “exploit” di Tool AI che vanno a toccare gli ambiti/settori più disparati (grafica, scrittura, programmazione, ecc.).
  • Tra questi, rientra anche la musica a tutto tondo: dalla composizione partendo da zero, fino all’editing professionale di file già esistenti.
  • Quindi, come creare musica con intelligenza artificiale nel 2024? Beh, se vuoi fare le “cose fatte bene” e costruirti una solida carriera, allora devi studiare tale disciplina, proprio come farebbe qualsiasi altro professionista.
  • Nello specifico, dunque, dovrai acquisire le basi della teoria musicale, imprescindibili per riuscire a comporre musica di autentica qualità.
  • Sviluppate queste ultime, ecco che avrai tutto il “know how” necessario per sfruttare al meglio l’Intelligenza artificiale.
  • In conclusione, quali sono i migliori Tool AI del 2024? Hai a disposizione Musicfy, Beatoven e Soundraw.
  • Tra i loro punti di forza troviamo la facilità di utilizzo, così come la versatilità e un interessantissimo rapporto qualità prezzo.

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