Effetti della Musica sul Cervello: Tutti gli Studi al 2025

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Per la stesura di questo articolo, non abbiamo utilizzato nessuno strumento di intelligenza artificiale. Ricerca, scrittura, e infine revisione sono avvenute in modo 100% manuale, per garantire accuratezza di informazione.

Vuoi davvero sapere tutto in merito agli effetti della musica sul cervello delle persone? In questa guida affronteremo proprio tale argomento, prendendo in esame gli studi scientifici più significativi realizzati sino a a questo 2025.

Vedrai, alcuni delle informazioni che riportiamo ti lasceranno di stucco!

Effetti della musica sul cervello delle persone: la solita leggenda metropolitana?

No, gli effetti della musica sul cervello delle persone non sono una leggenda metropolitana, ma una realtà che viene già studiata da tempo.

Inoltre, ciò non ha nulla a che vedere con la semplice suggestione o cose simili.

Infatti, si tratta di uno stimolo esterno che ha ripercussioni su tutto il nostro organismo, non solo sulla nostra mente.

Oltre che sugli esseri umani, in passato sono stati condotti diversi studi sugli animali e persino sulle piante.

A tal proposito, vale la pena citare la cantina toscana denominata “Paradiso di Frassina” che coltiva i propri vigneti a suon di brani di Mozart.

Sembra proprio che le onde sonore permettano di ottenere un vino di qualità superiore.

E ancora, secondo un esperimento condotto su diverse vacche da latte, si è notato che far ascoltare loro musica classica contribuisce ad un abbassamento dello stress e, contestualmente, ad un aumento della produzione di latte del 5%.

1. La musica non è tutta uguale

Se la musica ha effetti così potenti su piante ed animali, figuriamoci su noi essere umani.

Prima di entrare nel vivo della questione, però, occorre fare un’importante precisazione.

Infatti, gli effetti che si ottengono variano a seconda di ciò che si ascolta. In parole povere, determinata musica può favorire effetti positivi, mentre altra può provocare effetti negativi.

Ecco perché bisogna fare così attenzione a ciò che si ascolta. Tra l’altro, parliamo di un fenomeno che possiamo osservare proprio nella nostra quotidianità.

Ad esempio, le generazioni più giovani che sono solite ascoltare la così detta “trap”, non è un mistero che abbiano diversi problemi, sia fisici che mentali.

Molti di loro, infatti, sono dei veri e propri “analfabeti funzionali”, nonché ritardati mentali (chiaramente, fatte salve alcune rare eccezioni).

Al contrario, le generazioni più in la con gli anni e che hanno avuto la fortuna di conoscere la “vera musica”, sembrano avere molti meno di questi problemi.

Effetti della musica sul cervello delle persone: positivi

I principali effetti della musica sul cervello delle persone di carattere positivo sono:

  1. Rilascio di dopamina
  2. Diminuzione dello stress
  3. Miglioramento della qualità del sonno
  4. Accrescimento della memoria
  5. Attenuazione del dolore
  6. Miglioramento del decorso di determinate malattie neurologiche

Ovviamente, gli effetti sopracitati si ottengono solamente ascoltando un certo tipo di musica, proprio come già affermato nel paragrafo precedente.

Parliamo, dunque, di musica classica o, per meglio dire, di “musica da camera”.

Infatti, quella che noi oggi chiamiamo comunemente “musica classica”, in realtà si tratta di un termine che comprende non solo il periodo classico propriamente detto, ma anche il barocco ed il romanticismo.

Dettagli tecnici a parte, volevamo fosse chiaro il concetto di fondo.

La positività degli effetti della musica sul cervello delle persone è, per l’appunto, direttamente proporzionale alla qualità e, per certi versi, anche alla complessità di ciò che si ascolta.

1. Rilascio di dopamina

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Tra gli effetti della musica sul cervello delle persone c’è indubbiamente, il rilascio di considerevoli quantità di dopamina, proprio come dimostrato da questo studio condotto nel 2023.

Nel caso non avessi mai sentito parlare, si tratta di un così detto “neurotrasmettitore”, ossia una sostanza chimica organica che ha lo scopo di veicolare tutta una serie di informazioni tra i vari neuroni.

Scendendo più nel dettaglio, la dopamina è quel neurotrasmettitore responsabile del meccanismo di “ricompensa”.

Non a caso, viene rilasciata ogni qualvolta compiamo delle azioni ritenute benefiche da parte del nostro organismo.

Ad esempio, quando mangiamo e quando facciamo sesso (salvaguardia della continuità della specie), ma anche quando facciamo sport o quando raggiungiamo determinati traguardi nel lavoro, piuttosto che nella vita privata.

Tornando alla musica, il suo ascolto provoca, per l’appunto, dei rilasci di dopamina che ci fa sentire più felici, sereni e motivati in ciò che stiamo facendo.

2. Diminuzione dello stress

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Un altro degli effetti della musica sul cervello delle persone consiste della diminuzione dello stress, proprio in virtù del rilascio dopaminergico di cui abbiamo parlato poco fa.

Per comprendere meglio tale fenomeno, conviene prendere in esame uno studio del 2013 condotto dalla dott.ssa Myriam V. Thoma “et altri”.

In pratica, sono state prese come riferimento 60 donne con un’età media di 25 anni, senza particolari problematiche di carattere psicologico.

Nel corso dell’esperimento, queste sono state sottoposte a degli “stress test”, al fine di innalzare in modo controllato i loro livelli di cortisolo (in gergo, chiamato per l’appunto, “ormone dello stress”).

Queste 60 donne, poi, sono state suddivise in 3 gruppi. Al primo è stata fatta ascoltare musica classica, al secondo il rumore dell’acqua che scorre e, al terzo, nulla.

Beh, il primo gruppo è stato proprio quello che ha riscontrato la normalizzazione dei livelli di cortisolo in minor tempo rispetto agli altri 2.

3. Miglioramento della qualità del sonno

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Sapevi che tra gli effetti della musica sul cervello delle persone c’è anche il miglioramento della qualità del sonno?

A tal proposito, vorremmo citare non uno, ma ben due studi a riguardo.

Il primo, è stato condotto nel 2008 dal dott. László Harmat “et altri” e vede la partecipazione di soggetti giovani, dai 19 ai 28 anni d’età.

Questi, poi, sono stati divisi in 3 gruppi: al primo veniva fatta ascoltare musica prima di coricarsi, al secondo veniva fatto ascoltare un audio-book, mentre, al terzo “di controllo”, nulla.

Beh, il primo gruppo è quello che ha sperimentato una migliore qualità del sonno rispetto agli altri 2.

L’altro studio, ossia quello condotto nel 2005 dal dott. Hui-Ling Lai e dalla dott.ssa Marion Good, è molto simile al precedente, salvo il fatto che è stato condotto su 60 persone anziane, di età compresa tra i 60 e gli 83 anni, tutte con problemi legati al sonno.

Anche in questo caso, l’ascoltare musica prima di coricarsi si è rivelata la soluzione più efficace, in termini di quantità e qualità.

4. Accrescimento della memoria

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Parlando, invece, degli effetti della musica sul cervello delle persone in termini di memoria, anche in questo caso ci sono diversi studi a riguardo.

Tuttavia, prenderemo in considerazione quello più recente, realizzato nel 2023 dal dott. Marco Calabra “et altri”.

Nel corso dello stesso, i ricercatori hanno testato l’effetto che ha la musica di sottofondo durante un test mnemonico, incentrato sul riconoscimento facciale.

I risultati sono stai a dir poco strabilianti. Facendo ascoltare ai partecipanti della musica poco stimolante, non si è registrato né un miglioramento, né un peggioramento.

Al contrario, quando i partecipanti hanno ascoltato musica molto stimolante, le loro capacità mnemoniche sono migliorate considerevolmente, anche per via del contestuale incremento positivo del loro stato d’animo.

5. Attenuazione del dolore

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Sempre a proposito degli effetti della musica sul cervello delle persone, diversi studi hanno evidenziato come questa possa essere utile anche nell’attenuare il dolore, sia fisico che psicologico.

Per avere un’ampia panoramica in merito, prendiamo come riferimento uno studio di revisione del 2006, a cura del dott. M. S. Cepeda “et altri”.

Al suo interno, vengono valutati i risultati di ben altri 51 studi su un totale di oltre 1800 partecipanti.

Alcuni di questi, dimostrano che l’ascolto di determinati tipi di musica è in grado di ridurre la percezione del dolore di bassa-media intensità.

Altri, invece, hanno messo in luce come i partecipanti sottoposti ad interventi chirurgici invasivi necessitavano minore quantità di oppiacei, proprio grazie all’effetto “analgesico” della musica.

Certo, quest’ultima non può certo sostituire gli antidolorifici tradizionali.

Nonostante ciò, si rivela molto efficace proprio contro il dolore di basse e di media intensità, in particolar modo quello di carattere psicologico (come la depressione, ad esempio).

6. Miglioramento del decorso di determinate malattie neurologiche

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Per concludere questa prima sezione dedicata agli effetti della musica sul cervello delle persone, è stato dimostrato che questa è pure in grado di migliorare il decorso di particolari patologie di carattere neurologiche.

In pratica, stiamo parlando di Parkinson ed Alzheimer. Anche in questo caso, conviene dare uno sguardo agli studi di revisione che “condensano” al loro interno i risultati di altre numerose ricerche.

Quello condotto nel 2018 da Natalia García-Casares prende in considerazione 27 articoli scientifici, volti ad analizzare proprio gli effetti della “musico-terapia” contro il Parkinson.

Di questi, 16 hanno mostrato effetti benefici, mentre altri 6 hanno dimostrato un incremento considerevole della qualità della vita.

Parlando dell’Alzheimer, lo studio del 2023 ad opera del dott. Malak Bleibel revisiona positivamente 8 esperimenti scientifici aventi come oggetto, per l’appunto, gli effetti benefici della “musico-terapia” contro questa patologia.

Il solo ascolto di certi brani favorisce un miglioramento delle capacità cognitive, ma i risultati più sorprendenti sono stati ottenuti coinvolgendo attivamente i partecipanti affetti dal morbo di Alzheimer nella creazione di musica.

Effetti della musica sul cervello delle persone: negativi

Come abbiamo appena compreso, la musica ha potenti effetti sul nostro cervello. Di conseguenza, ascoltarne di pessima qualità, ecco che può portare a tali effetti negativi:

  1. Aumento del battito cardiaco
  2. Incremento della rabbia
  3. Rallentamento delle funzioni cognitive
  4. Comparsa di sintomi depressivi

Come già anticipato nella primissima parte di questa guida, se un determinato tipo di musica può avere effetti positivi, ce ne sono altri che, a tutti gli effetti, creano solo disastri.

Purtroppo, si tratta del 90% di ciò che viene trasmesso in radio, così come tramite le piattaforme streaming, a cominciare da Spotify.

Non a caso, all’interno di questa e di molte altre, è davvero difficile trovare musica di nicchia di alta qualità.

Per la maggiore, infatti, trovi un sacco di accozzaglia prodotta nel peggiore dei modi, a cominciare dalla fase compositiva.

Ecco perché dovresti fare sempre attenzione a ciò che ti “infili” nelle orecchie. Ascoltare pessima musica equivale a bere l’acqua sporca dei water delle peggiore stazioni ferroviarie.

1. Aumento del battito cardiaco

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Il primo degli effetti della musica sul cervello delle persone di carattere negativo consiste proprio nell’aumento del battito cardiaco.

Per carità, è vero che tale condizione può essere provocata anche da alcuni brani di musica da camera, caratterizzati da un velocità elevata.

Tuttavia, questa non po’ certo essere paragonata alla techno o simili.

Infatti, l’incremento del battito cardiaco provocata dalla prima può comunque essere utile in certe situazioni (quando si fa sport, ad esempio), dal momento che non pregiudica la lucidità mentale.

Al contrario, la seconda non fa altro che rimbambirti, lasciandoti con il “cuore in gola”, come si suol dire.

Non a caso, molta gente è solita ascoltare techno o simili proprio per non pensare, anche e soprattutto grazie all’assunzione di sostanze stupefacenti.

Senza contare il fatto che i brani di musica classica più veloci presentano – in ogni caso – delle variazioni di tempo, al contrario della techno che mantiene sempre lo stesso identico per ore.

2. Incremento della rabbia

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Sempre in merito agli effetti della musica sul cervello delle persone di carattere negativo, non bisogna sottovalutare l’incremento della rabbia, un sentimento che può davvero creare disastri.

Al contrario di quello che si po’ pensare, tale stato emotivo non è provocato in senso assoluto da generi “aggressivi” come il metal.

Infatti, lo studio pubblicato nel 2023 dalla dott.ssa Julia Merrill evidenza che la rabbia è provocata dall’ascolto di generi non graditi.

Questa, però, è una condizione soggettiva che cambia da persona a persona.

Tuttavia, c’è un altro studio molto interessante da considerare.

Ad esempio, quello del 2006 realizzato da M. J. Chen dimostra che l’incremento della rabbia può essere provocato dalla musica rap.

All’epoca non esisteva, ma tale principio può essere applicato anche alla “trap” che oggi va tanto di moda.

Tornando al metal, lo studio del 2015 a cura del dott. L. Sharman dimostra sorprendentemente che, questo genere, non provoca assolutamente l’incremento della rabbia.

3. Rallentamento delle funzioni cognitive

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Restando in tema degli effetti della musica sul cervello delle persone negativi, tra questi può esserci anche il rallentamento delle funzioni cognitive.

Non sono ancora stati realizzati degli studi specifici a riguardo, tuttavia, per arrivarci, è sufficiente compiere un semplice ragionamento logico.

Se la musica di qualità è in grado di migliorare determinate funzioni cognitive, è molto probabile che quella di scarsa qualità si verifichi proprio l’esatto opposto.

Infatti, non è un mistero che, statisticamente parlando, chi ascolta generi come la “trap” sia poco colto e, molto spesso, pure un analfabeta funzionale.

4. Comparsa di sintomi depressivi

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Terminiamo anche questa seconda parte della nostra guida sugli effetti della musica sul cervello delle persone parlando di un’altra conseguenza negativa, ossia la comparsa di sintomi depressivi.

Anche in questo caso non abbiamo studi scientifici, però è un dato di fatto che chi ascolta determinati tipi di musica sia più soggetto a tale disturbo.

Inoltre, la comparsa di tali sintomi varia da soggetto a soggetto. In parole povere, la stesse identica musica può avere effetti diversi a seconda di chi la ascolta e per quali motivi lo fa.

Effetti della musica sul cervello delle persone: i brani migliori per ottenere quelli positivi

Se vuoi sperimentare tu stesso alcuni degli effetti della musica sul cervello di cui abbiamo discusso poco fa, ecco alcuni brani che potrebbero fare al caso tuo:

  1. Le Quattro Stagioni – A. L. Vivaldi
  2. Variazioni di Goldberg – J. S. Bach
  3. Sonata K 448 per 2 pianoforti – W. A. Mozart

Dopo aver ampiamente discusso degli effetti della musica sul cervello delle persone, ci sembrava giusto concludere questa guida con degli esempi pratici.

Nello specifico, abbiamo citato alcune delle opere che sono state più oggetto di studio nel corso degli ultimi anni.

Ovviamente, stiamo parlando di brani realmente in grado di produrre effetti positivi su tutto il nostro organismo, nonché composti da autori universalmente riconosciuti come i più influenti nel corso di tutta la storia della musica.

Tra l’altro, li trovi gratuitamente sulle principali piattaforme streaming, quindi, anche qualora non fossi un amante della musica da camere, varrebbe comunque la pena fare qualche esperimento.

Tanto, di certo non ti faranno male anzi!

1. Le Quattro Stagioni – A. L. Vivaldi

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Iniziamo quest’ultima parte della nostra guida sugli effetti della musica sul cervello delle persone parlando di una delle opere più famose in assoluto, ovvero le Quattro Stagioni.

Si tratta di un insieme di concerti per archi, scritti nel 1725 dal compositore veneziano Antonio Lucio Vivaldi.

L’opera si suddivide in 4 concerti, ognuno corrispondente, per l’appunto, a ciascuna delle quattro stagioni dell’anno, ossia Primavera, Estate, Autunno e Inverno.

A loro volta, ogni concentro è, poi, suddiviso in 3 movimenti distinti (2 allegri e 1 adagio).

Comunque sia, la presente opera è stata oggetto di ben 2 studi scientifici diversi.

Il primo condotto nel 2007 dal dott. Nicola Mammarella “et altri” ha dimostrato che il suo ascolto migliora le funzioni cognitive di adulti che hanno oltre 60 anni di età.

Il secondo, invece, realizzato nel 2017 dalla dott.ssa Mariana Alves Firmeza “et altri”, aveva come scopo dimostrare l’efficacia della musica – nel caso specifico le Quattro Stagioni di Vivaldi – contro l’ansia.

Su 40 partecipanti, 20 sono stati effettivamente sottoposti all’ascolto, mentre altri 20 tenuti come gruppo di controllo.

I risultati sono stati che il primo gruppo ha manifestato una significativa riduzione dell’ansia, dimostrata dalla normalizzazione di alcuni parametri vitali (diminuzioni della pressione arteriosa e rallentamento del battito cardiaco, ad esempio).

2. Variazioni di Goldberg – J. S. Bach

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Quando parliamo degli effetti della musica sul cervello delle persone che fanno davvero la differenza, non possiamo non citare il famosi compositore tedesco Johan Sebastian Bach.

Sulle sue opere sono stati fatti numerosi studi e sarebbe impossibile citarli tutti.

Ad ogni modo, prenderemo in esame quello più significativo, fatto su una delle sue composizioni più famose, cioè le Variazioni di Goldberg, scritte tra il 1741 e 1754.

E’ stato realizzato nel 2023 ed è stato intitolato “Crescendo cognitivo: come la musica plasma la struttura e la funzione del cervello.

In estrema sintesi, questo non ha fatto altro che riconfermare i risultati di numerosi altri studi condotti in materia.

Ormai è un dato di fatto che, determinati tipi di musica, favoriscano interazioni complesse con il nostro organismo, coinvolgendo emozioni, memoria e persino sistemi motori.

Senza contare il fatto che i risultati ottenuti nel corso dello studio sono particolarmente pertinenti alla concezione di paradigmi riabilitativi basati proprio sulla musica, la cui integrazione potrebbe rivoluzionare diversi approcci terapeutici tradizionali già esistenti (dalla psicoterapia, alla riabilitazione).

3. Sonata K 448 per 2 pianoforti – W. A. Mozart

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Infine, sempre in merito agli effetti della musica sul cervello delle persone di carattere pratico, facciamo una breve analisi degli studi realizzati sulla Sonata K 448 per 2 pianoforti, scritta da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1791.

Quello da cui “partono” tutti gli altri è stato condotto nel 2011 dal dott. Lung-Chang Lin “et altri”, citato ben 111 studi successivi.

Al termine di esso, è stato dimostrato che ascoltare la Sonata K 448 di Mozart per 6 mesi riduce i gravi sintomi dell’epilessia.

Per essere più precisi, lo studio era riferito a 18 bambini affetti da tale patologia che, nonostante le cure farmacologiche, non mostravano evidenti segni di miglioramento.

I risultati? Beh, al termine di esso, tutti i bambini hanno riscontrato una drastica diminuzione delle scariche epilettiformi, con percentuali che andavano dal 53,2±47, fino al 71,6±45,8%.

Effetti della musica sul cervello delle persone: riassunto conclusivo

  • Oramai, nel 2025 è acclarato che vi sono dei reali effetti della musica sul cervello delle persone, dal momento che esistono svariati studi scientifici che li dimostrano, “dati alla mano”, come si suol dire.
  • Detto ciò, è chiaro che certi risultati si possano ottenere ascoltando solo un certo tipo di musica, quella “da camera”, in primis.
  • Quindi, in estrema sintesi, quali sono gli effetti della musica sul cervello delle persone di carattere positivo? I principali consistono in rilascio di dopamina, diminuzione dello stress, miglioramento della qualità del sonno, accrescimento della memoria, attenuazione del dolore, miglioramento del decorso di determinate malattie neurologiche.
  • Quelli negativi, invece, ovvero quelli provocati dall’ascolto di musica di scarsa qualità, sono: aumento del battito cardiaco, incremento della rabbia, rallentamento delle funzioni cognitive e persino la comparsa di sintomi depressivi.
  • Infine, i brani oggetto di più studi e che hanno portati benefici maggiori sono le Quattro Stagioni di A. L. Vivaldi, le Variazioni di Goldberg di J. S. Bach, così come la Sonata K 448 per 2 pianoforti di W. A. Mozart.

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